Il seme
Tutto è iniziato, quando qualche anno fa ho frequentato un seminario sull’Arte Pubblica all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Il seminario metteva in luce l’importanza del concorrere di diverse competenze e professionalità nella realizzazione di un opera pubblica. Questo argomento è stato in me come un seme che è ha generato forti stimoli. Ero galvanizzata dall’idea di poter realizzare una mostra alla quale partecipassero amici artisti, amici professionisti, architetti, stilisti o altri semplicemente curiosi. Dare vita a una bella situazione di condivisione e impegno comune, per il piacere di stare insieme con un senso di appartenenza.
L’idea inUTILE
Una sera, sul divano di un amico, io (Silla Guerrini), Luca Guenzi e Lorena Menzani, avemmo la sensazione di essere INUTILI.
Dopo l’atroce consapevolezza della nostra inutilità, partendo dall’idea di condivisione di professionalità e competenze, io e Luca abbiamo indetto un bando di CONcorso inUTILE, invitando artisti amici e conoscenti a parteciparvi.
Le adesioni sono state oltre ogni aspettativa.
Lavori inUTILI
Ogni mercoledì ci siamo trovati nello studio di Luca, per quasi un anno. Mangiando, ascoltando musica, producendo opere, sempre in un clima estremamente ironico e di condivisione. L’iscrizione al concorso consisteva, e consiste tutt’oggi, per quelli che vengono chiamati “inUTILINI”, nel portare un contributo eno-gastronomico alla serata, e nel venire fotografati, su un fondale multicolor, che è ormai il nostro caminetto, indossando la maschera nera con la N rovesciata come simbolo di appartenenza al gruppo.
Il clima, sempre estremamente rigenerante, ci ha portato a produrre opere dai vari codici tra l’ironia, la provocazione col comune senso dell’inUTILITA’.
Contatti inUTILI
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare la figura chiave di Franco Basile, critico e curatore d’arte, che ci ha accompagnati alla galleria Pivarte di Bologna, dove Alberto Piva ci ha permesso di esporre a febbraio 2010 per 3 settimane, nella sua bella galleria di Via Azzo Gardino, 8. Sempre tramite Franco abbiamo avuto anche l’appoggio di Roberto Mugavero della Minerva Edizioni, Bologna, grazie al quale siamo riusciti a realizzare un bel catalogo, con anche il contributo di generosi sponsor.
Mostra e catalogo inUTILI
La mostra è durata dal 6 al 22 febbraio 2010 all’inaugurazione erano presenti circa 700 persone. E’ stato un vero successo. Sono usciti articoli sul Resto del Carlino, sul Domani e sul BO. Ne hanno parlato Radio 2, i principali social network, e i blog e siti di informazione del settore artistico. All’inaugurazione noi artisiti inUTILI, indossavamo tutti la mascherina con la N rovesciata, che è il nostro logo, e una maglietta nera con lo stesso stampato lucido, nero su nero. Praticamente una stampa inutile.
Il catalogo di 100 pagine, contiene foto a colori e presentazioni dei 22 artisti del gruppo inUTILI, oltre all’interessante testo critico di Franco Basile e al manifesto inUTILE.
Performance e azioni collettive inUTILI
Durante il primo sabato la nostra performer, LaSciandra, è arrivata su marcia nuziale, in abito da sposa, si è infilata la fede, ha lanciato il bouquet (per poco accoppa un bimbo), e ha terminato distribuendo bomboniere agli ospiti, tutto per proclamare l’inutilità del matrimonio. Nei successivi (vedi programma oltre) sono avvenute altre performance il secondo sabato legata alla parola e l’ultima alla musica, contemporaneamente abbiamo anche realizzato delle azioni collettive inutili, opere/giocose, ma sempre con un fondo provocatorio e riflessivo, realizzate insieme ai visitatori. Anche gli altri 2 sabati sono stati ben frequentati. Inoltre sono state vendute 6 opere inutili.
Seconda mostra inUTILE
La mostra è poi stata portata in provincia a Bologna, a San Giovanni in Persiceto al Sorsi Morsi. Durante l’inaugurazione, avvenuta il 5 maggio 2010, la nostra performer, LaSciandra, ha impersonato Napoleone Bonaparte, arrivando vestita di tutto punto su un cavallo al passo. Ha salutato gli ospiti, è scesa dal cavallo e ha visitato la mostra. Abbiamo scelto il 5 maggio, ricorrenza della morte di Napoleone, per pura analogia tra il logo della N rovesciata e quello di Napoleone stesso. Durante la mostra, abbiamo realizzato l’azione: “Planning for real… al bacio”: un’enorme cartina di Bologna, dove i visitatori hanno attaccato un post it, sul quale avevavo stampato col rossetto il proprio bacio, con l’intenzione di mandare idealmente un gesto di cura a una strada una piazza della propria città che si trova in stato di degrado o semplice incuria. Le azioni collettive inUTILI sono sempre a metà tra il serio e il giocoso.
Secondo bando di CONcorso inUTILE
Ora sono ripartiti i lavori con un secondo bando, al quale partecipa una parte di inUTILI senior e nuovi artisti interessati, sono stati chiamati inUTILINI.
Questo in previsione del prossimo importante evento alla Rocca di Cento, Ferrara, che sarà dal 23 ottobre al 21 novembre 2010. Durante l’inaugurazione avremo sempre la nostra Sciandra (Susanna Gerardi) che sembra passeggerà per il corso principale della bella cittadina, in veste di sub, con al guinzaglio un pesce. Titolo: SUBSCIANDRA e il pesce d’ARCENTO. I sabati successivi verranno eseguite altre performance e le immancabili azioni collettive inUTILI.
Opere inUTILI
3 sono le opere di Silla Guerrini, presentate alla prima edizione: un quadro e un libro che parlano di un supereroe INUTILMAN che, frutto del suo tempo, si impegna in avventure inutili. Ci crede, corre, si affaccenda, suo malgrado inutilmente. Corre, corre... Ma dove va? Eppoi una bacheca che raccoglie oggetti inutili di quelli che non si riescono mai a buttare via. Oggetti come fonti illusorie di certezze. Anche inutilman li ha, ed è dai tempi dell’infanzia che gli rimbalzano tra un cassetto e l’altro; incapace di disfarsene li fa diventare un reliquiario, o meglio un "feticciario" che inevitabilmente - inutilmente - parla di lui.
Luca Guenzi alla mostra precedente ha presentato una serie di acquerelli di dimensioni eccezionali per la tecnica utilizzata (70x140), che avevano come soggetto grovigli di fili, di caricatori di cellulari, di spine elettriche varie, come lui dice: “Sono legato a doppio filo alla tecnologia, passo il mio tempo a rincorrere capi, cime, spine, prese, riduttori; a sciogliere nodi e sgrovigliare l’aggrovigliato. Tutto per ricaricare, usare e mantenere quel rumore di fondo che mi ronza nella mente, tanto da non dover sentire quel silenzio/solitudine che fa paura.”
Barbara marangoni alla prima mostra ha presentato: Trasfigurazioni. Quanto gli oggetti che ci circondano pensati e progettati per una specifica funzione, anche di basso profilo, possono trasformarsi in manufatti altri, non più “strumenti che ci aiutano a fare qualcosa” ma “giochi che ci arricchiscono”? Possiamo pensare che al di là della loro specifica funzione godano di una vita propria solo se immaginati oltre il semplice uso come utensili? Usiamoli poeticamente come dei Caronte tra i flutti dell’irrazionalità. Questa è la chiave! Il processo di trasfigurazione prende di volta in volta ironicamente ispirazione dalla forma degli oggetti che vengono deformati, dal nome che li identifica scomponendolo o associandolo a diversi significati. L’attributo che gli viene conferito rivela la loro nuova in-UTILITÀ.
Marco Rendina con le sue macchine: SUPERFLUA 2000, la macchina per fare i buchi nell’acqua, LA BORIOSA 1, per fare l’aria fritta. Ora sembra si stia cimentando con un aggeggio per “cavare i ragni dal buco”. Susanna de Paolis, ha reinterpretato delle montature di occhiali facendole diventare metafore di visioni di vita, come quella con le lenti bianche e 1 punto nero al centro di ogni lente: “punti di vista”, oppure quella ricoperta di fiammiferi “per mettere a fuoco il problema”. Lorena Menzani ha presentato con una serie di video, tra cui una noiosa, lunghissima ripresa della storia di alcune bolle di sapone, dal titolo: “Che palle”.
Ma ancora Liviana Di Francesco, con le macchie sui muri che diventano mostri marini, Giorgio Granozio, che decreta l'inutilità dell'overdose di immagini della nostra epoca, Christian Vitrano che ironizza amaramente sull’inutilità degli stupefacenti. Stefano Aspiranti e Enzo Sbarra, che reinterpretano concettualmente i processi legati alla fotografia. Stefania Ugolini e le sue splendide porte, le tele di palazzi inutilmente ammassati di Salvatore Pellitteri, i potenti collage di Luciano Leombruni. Ancora: le inUTILI somigliane/assonanze di Federica Mazzoni. La pasticceria finta di Roberta Giorgini, l’abuso delle immagini nella nostra epoca di Giorgio Granozio, e il nostro inUTILE dj: Maurizio Sapori (SPARO) e il suo viaggio inutile ANDATA e RITORNO. L’inutile assoluto Stefan Mortiz, e la cronista della inutile vita delle rane: Emanuela Pepe.
E poi Roberto Parmeggiani e la sua poesia inUTILE e la grande Elisabetta Reti che non ha voglia di prendere sul serio niente di quello che questa società le propina.
L’associazione
Ora c’è anche un’associazione culturale no profit che si chiama “La bottega degli inUTILI”, la quale è per ora “solo” la scusa che ci lega un po’ di più in un bel gruppo di condivisione e progettualità, lontana da inutili individualismi all’ultima sgomitata.