Nel febbraio 2009 io e Luca Guenzi fondiamo gli inUTILI, un gruppo di artisti, movimento d’arte e di pensiero: l’ironica sintesi delle avanguardie artistiche del ‘900, nei primi anni 2000.
Trenta tra artisti, dove almeno la metà sono donne. Con un illustre mentore: Franco Basile, che ci ha seguito nelle mostre e nella pubblicazione del catalogo.
Per il progetto “inUTILI” parlo della condizione moderna di “snaturalizzazione” dell’uomo.
I valori si incentrano sul Dio corpo, dove l’esasperata attenzione all’estetica e alla ricerca di perfezione sono il primo fine per tante donne contemporanee.
I rapporti si inaridiscono, ci si tocca sempre meno, le nostre menti si fossilizzano; i ritmi delle nostre giornate aumentano vorticosamente in una corsa quotidiana che di utile alla fine ha ben poco.
Le mie opere sono inviti alla riflessione, sempre con ironia che ammorbidisce i toni.
Per le ultime due mostre inUTILI ho presentato una trilogia di opere su
“La velina”: Quando una donna è inutile lo è più di un uomo. Il mondo patinato delle riviste - fatto di lustrini, paillettes e vite di plastica, calciatori e mondanità - sembrano essere l’unico interesse di donne che palesano un corpo tonico, formoso, desiderabile a tutti i costi, alla ricerca di una ossessiva unicità che sfocia paradossalmente in una paurosa omologazione. Palestra, chirurgia plastica e abiti assolutamente brandizzati per affermare il dio corpo, un meraviglioso involucro vuoto.
Un quadro, che ritrae una procace ragazza; “Il feticciario della velina”: una preziosa bacheca che raccoglie gli oggetti che rappresentano identità ed esistenza. Idoli e simboli che hanno contribuito a formare il profilo psicologico del soggetto ritratto, fonti illusorie di certezza dalle quali difficilmente ci si riesce a liberare. Eppoi un’installazione “La farfallina d’oro, Chi l’ha d’ôr, chi l’ha d’arzänt, chi l’ha n vèl un azidänt”: un manichino bianco, rigorosamente senza testa, con una farfalla d’oro sul pube, in mezzo a una nuvola di farfalle bianche.
Un’altra opera presentata alle mostre inUTILI è Dermoglifi pietrificati. Foto di pietre laviche, sensuali pezzi di pelle di pietra. L’inaridimento della sensibilità dell’essere umano, la pelle è il tatto, l’involucro che mette in contatto il nostro corpo con l’esterno.
Insieme a una teca di vetro a campana, all’interno un sasso cilindrico “Neurone fossile, Nucleo”: menti fossilizzate che creano distanza. E poi Le imprescindibili avventure di... INUTILMAN, un supereroe che, frutto del suo tempo, si impegna in avventure inutili. Ci crede, corre, si affaccenda, suo malgrado inutilmente. Corre, corre... ma dove va?
Il suo ritratto, Il feticciario di inUTILMAN; l’INUTILBOOK: con illustrazioni che descrivono le sue gesta e i suoi inUTILI affetti.
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Alessandra De Bianchi scrive di me:
"Silla Guerrini e l’inUTILITÀ di un’arte che diviene seria riflessione ironica sul nostro tempo e sulla molteplicità di canali espressivi che abbiamo per esplicarlo. Le personalità artistiche variegate sono comunque ossessionate, ma da un impulso creativo indifferenziato, dal quale emergeranno molteplici forme. Silla Guerrini è un’artista estremamente poliedrica, dotata di una sensibilità fotografica che le permette di cogliere i dettagli più antropomorfi nascosti intorno a noi. È però, prima di tutto, una graphic designer, che architetta, progetta, dirige e che ama esplicarsi nella pittura ad olio e in opere che sono costruzioni narrative a tutto tondo: una fantasia impegnata che sfocia nel fare arte".